Saluto della Dirigente Scolastica - IC7 di Imola
Care bambine e bambini, ragazze e ragazzi, care famiglie, colleghe e colleghi, personale tutto, assumere la guida di una scuola significa mettersi al servizio di una comunità vasta e preziosa. È un onore e una responsabilità che accolgo con gratitudine, consapevole che il cammino non si percorre mai da soli. Ogni comunità scolastica ha infatti una storia che non inizia con chi arriva e non si esaurisce con chi parte. E’ fatta di voci, di gesti, di passioni che si intrecciano. Ascoltare, imparare e costruire insieme: questa è la prospettiva che vorrei per il nostro istituto, un cammino lungo e solido, fatto di responsabilità condivise, di ascolto reciproco e di impegno comune.
Il mio ringraziamento va alla Dirigente Rossana Neri, che con impegno, competenza e passione ha guidato la scuola fino a qui. A lei va il mio plauso sincero per il lavoro svolto: una scuola vive nel tempo, e ciò che oggi possiamo costruire nasce anche dal solido terreno che chi ci ha preceduto ha saputo preparare.
Vorrei rivolgere un saluto particolare:
- alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi: la scuola sarà il vostro laboratorio di vita. Qui potrete scoprire i vostri talenti, imparare dagli errori senza paura, crescere con il sostegno degli adulti che vi accompagnano. Non siete soli, ogni insegnante, ogni compagno, ogni esperienza sarà parte del vostro cammino;
- alla DSGA, figura fondamentale per dare solidità e continuità all’azione della scuola, con la quale auspico un rapporto di collaborazione, condivisione e di imprescindibile sinergia;
- ai docenti e a tutto il personale: siete la vera forza di questa comunità. Nessuna circolare, nessun piano, nessuna idea prende vita senza la vostra professionalità e la vostra dedizione. Credo nel lavoro di squadra: non esiste una scuola diretta “da uno”, ma una comunità che cresce solo se cammina unita, condividendo visioni, passi incerti, continui aggiustamenti e successi. Questo è il senso del mio impegno: custodire e ampliare quel bene prezioso che è la cultura, affinché ogni alunno e ogni alunna possano sentirsi parte di una comunità che educa, che accoglie e che apre strade;
- alle famiglie: siete una presenza davvero essenziale. Una scuola funziona davvero quando il dialogo con le famiglie è aperto, sincero e rispettoso. Costruiremo insieme percorsi di fiducia reciproca, sapendo che educare è un compito che nessuno può affrontare isolatamente;
- alle realtà culturali, educative e sociali di Imola, con cui la scuola collabora o potrà collaborare: teatri, musei, scuole, associazioni, enti pubblici e privati. Sarà un piacere conoscervi e costruire insieme opportunità concrete per le nostre alunne e i nostri alunni;
- al Consiglio di Istituto, che raccoglie le voci di famiglie, docenti e personale, conferendo direzione e significato alle scelte che ci attendono;
- alle RSU e alle rappresentanze sindacali della scuola: il confronto con voi sarà prezioso per affrontare insieme le sfide organizzative e costruire un clima di reale partecipazione.
La scuola che vorrei guidare insieme a voi non cerca la perfezione, ma il senso, un luogo in cui i saperi si incontrano, dove il rigore convive con la creatività, la tradizione dialoga con l’innovazione, e ciascuno può trovare il proprio spazio e il proprio tempo. Una scuola che sostiene l’eccellenza ma non dimentica chi rischia di rimanere indietro, che valorizza i talenti silenziosi, tanto quanto quelli già evidenti, che dà attenzione anche a chi non la chiede.
Vengo da percorsi e esperienze che mi hanno insegnato a guardare le cose anche da angolature insolite.
Imola, città di antiche radici e di vivaci fermenti culturali, ci ricorda quanto il sapere sia sempre frutto di incontri e di contaminazioni. Per questo motivo credo nella scuola come luogo abitato, non solo frequentato, un crocevia in cui lingue antiche e linguaggi moderni, discipline scientifiche e umanistiche, arte e tecnologia possano incontrarsi e ricomporre i grandi oggetti della conoscenza in una prospettiva complessa, volta a superare la frammentazione delle discipline e a integrarle in nuovi quadri d'insieme.
Desidero concludere questo messaggio con la parola greca ἀρετή (aretḗ), “eccellenza, virtù, compimento delle proprie possibilità”, che non riguarda solo la bravura in qualcosa, ma l’essere pienamente se stessi, dare il meglio di sé in ogni circostanza, coltivare le proprie potenzialità fino a realizzarle. Per i Greci, avere areté voleva dire vivere in pienezza, che non significa ricercare la perfezione ma l’autenticità, armonizzando conoscenza, coraggio, giustizia, responsabilità. In questo senso, non soltanto i discenti, ma anche tutti noi possiamo trovare la nostra eccellenza, la nostra misura di bellezza e di verità.
Con responsabilità, entusiasmo e fiducia,
iniziamo questo cammino insieme.
La Dirigente Scolastica
Isabella Valenti